giovedì 10 aprile 2008

Lettera a un amico

Pescia, 23/10/98

Caro Maurizio,
come ti avevo promesso oggi mi sono deciso di raccontarti le cariche che ho avuto nella mia vita politica e sindacale.
Alcune premesse: sono tornato da fare il soldato (guerra e prigionia) 15 novembre 1941-31 luglio 1946.
Sono tornato a lavorare in concia San Lorenzo a Reggio dopo un mesetto. Lì avevo già lavorato dal 22 giugno 1936 a metà del 1940. Disoccupato ho fatto domande per partire volontario in Marina e la Pubblica Sicurezza, respinte entrambe (così mi hanno detto) perché facevo il corso di …. Nel quadro dei vari corsi … … previsti per i giovani in quei tempi.
Ho lavorato per qualche mese, come manovale alle … a Pistoia, fine ’40 principio 1941.

Inoltre, mentre vi era un tentativo di riapertura della conceria, ho lavorato dell’altro tempo.
La mattina che dovevo andare al Sindacato fascista a fare la cartolina per il rientro regolare, il postino Pietrino mi ha consegnato quella della partenza da militare, destinazione 6 … Bologna.
Come ti ho detto sopra in conceria sono rientrato fine agosto. A settembre ’46 con mia sorpresa la paga per me e altri due nuovi era stata ridotta alla metà per sei mesi perché dovevamo rimparare il mestiere. Lo … (meno di un manovale) … e la spinta che mi spronò a diventare un sindacalista.
Per quanto riguarda l’iscrizione al P.C.I. la maturazione è stata lunga: mi sono iscritto insieme a Cesarina dopo che ci siamo sposati il 20 aprile 1947.
È stata lunga perché la maturazione, si potrebbe dire elementare, è formata da diversi fattori. Primo in famiglia, mio padre e mia madre erano sentimentalmente antifascisti, la miseria era forse il fattore trainante; parlavamo in casa, si sentivano le radio clandestine, durante la guerra di Spagna e la II guerra mondiale. Ma credo che tutto si fermasse lì. Parlare di socialismo nello spogliatoio della conceria era, e con coraggio, un .. di operaio furente dei padroni e poi poveretto … ….

Anche Ettorino .., quando si faceva i famosi nastri per la Piazza Mazzini mi spiegava cos’era il comunismo e canticchiava “bandiera rossa”.
Altre indicazioni le ho avute nel campo di concentramento 4 B.O.D. vicino a … nel canale di Suez, un amico prigioniero come me dopo una normale discussione mi disse allontanandosi indispettito: “tu parli come un comunista”. E una grossa sorpresa l’ebbi dopo il 25 luglio una … indiana mi disse “Mussolini caput” e il giorno dopo sopra il deposito dell’acqua apparve una bandiera rossa.
La mia sorpresa poi fu quando gli inglesi si mobilitarono per levarla.
Ed io piansi; pensai: «perché la levano se sono alleati contro il nazifascismo?»
Ma l’imbevitura portante verso quell’idea ci veniva data dall’ascolto di Radio Londra che trasmetteva i bollettini di guerra dove risaltava sicuramente la figura di Stalin per l’avanzata delle truppe dell’Armata Rossa verso Berlino.
Qui ti voglio raccontare un fatto interessante. Gli inglesi ci chiesero, dopo la caduta del fascismo, di diventare da prigionieri a prigionieri collaboratori. Questa scelta fu sofferta da me e tanti altri.
Eravamo 500 in quel campo e il primo giorno … pochi, poi la stragrande maggioranza nei giorni successivi fece quella scelta di passare a collaboratori. Anch’io benché quello che ti ho raccontato sopra dimostrasse che avevo una tendenza al cambiamento. Benché avessi visto le brutture del fascismo da civile e da militare… Negli inquadramenti prima di sciogliersi non si gridava più “viva il Duce!”, ma solo “viva il re!”. Sarà stato anche il patriottismo che ci ostacolava a fare quel passo.
Il 15 marzo 1945 i collaboratori li portarono a Napoli e poi a Taranto. Lavoratori del posto scaricavano navi piene di grano. Qui visitammo una sezione di Taranto vecchia io e un mio amico di Comacchio, volevamo le tessere di iscrizione; non ce le dettero perché eravamo militari.
Allora sottoscrivemmo per l’Unità. Una sera in una piazza parlava Giuseppe di Vittorio: non lo conoscevo ancora, ma poi è un’altra storia.

Cariche sindacali:

Segretario della commissione interna
Segreteria Camerale
Comitato Federale
Segretario dei chimici
Commissione ufficio del lavoro
Commissione commercio fisso
Segretario della Lega Conciatori
Delegato al III Congresso della C.G.I.L. 1952 a Napoli
Delegato per la Camera del Lavoro di Pistoia al Piano del Lavoro a Milano.

Incontro con Giuseppe di Vittorio: “compagno andiamo a lavorare” disse con un grosso sorriso (Milano 1950).
… in vari punti d’Italia: Milano, Bologna, Varese, Firenze, Pisa, Roma.
A Firenze incontro di Segretari Provinciali con Luciano Lanu: mi ricordo che gli posi una domanda “se sono i gruppi monopolistici che creano disagio alla classe operaia, allora perché usiamo gli stessi sistemi della piccola industria, scioperi ecc. e non cerchiamo di differenziare le lotte per vedere anche di crearsi degli alleati, visto che i gruppi monopolistici danneggiano anche la piccola industria?”. La risposta non la ricordo ma nel complesso fu negativa.


Queste annotazioni sono forse (fra le tante) fra le più importanti che ricordo, perché per raccontarle tutte ci vorrebbe che raccontassi le memorie della mia vita.
Per quanto riguarda le cariche che ho avuto nel P.C.I. di Pescia e di Pistoia, cerco di scrivere quelle che mi ricordo.
Cominciai al P.C.I. nella primavera del 1947: nello stesso anno fui ammesso al Comitato di Sezione e ci sono rimasto per circa 50 anni; sono uscito per mia richiesta. Volevo fare il semplice iscritto.
Segretario di Sezione, credo che fui nominato nel 1956 o 57 fino al 1970 (dove fui estromesso) credo dal 1956 perché al congresso provinciale fui nominato delegato all’ottavo congresso nazionale del partito.
Qui ti voglio raccontare un fatto che ho sempre mantenuto (quasi) segreto, forse un paio di persone lo sanno. Gliel’ho detto in questi ultimi anni e non mi ricordo a chi.
Ora dovrei farti una descrizione per renderti più consapevole di quell’atto, ma te lo descrivo in poche parole: nell’anno 1956 continuava la guerra fredda, le leggi liberticide di Scelba, i fascisti che avevano rialzato la testa, i fatti di Ungheria e il tentativo della Francia e dell’Inghilterra di conquistare il canale di Suez.
I padroni (ti scrivo come pensavo allora), specialmente i miei, erano diventati intolleranti e prepotenti. Cercavano loro che erano contro ogni manifestazione sindacale di farci fare lo sciopero per i fatti di Ungheria e noi dicemmo: “lo facciamo per l’invasione dei francesi e degli inglesi sul canale di Suez”. Situazione intollerante, l’ostilità fra me e loro si tagliava a fette.
Ed io dovevo chiedere il permesso di 10 giorni per recarmi a Roma al Congresso; impossibile, me lo avrebbero rifiutato.
Allora io 2-3 giorni prima della partenza per Roma, quando ero a lavare le vasche ed ero solo, picchiai con violenza un ginocchio contro il muretto della vasca e ne nacque un ematoma; andai all’ospedale dicendo che ero caduto lavorando e mi dettero, dopo le cure, 8 giorni di riposo. Così potei partire per il congresso.
Membro del Comitato provinciale del Partito credo per un triennio.
Delegato al XII Congresso Nazionale del Partito a Bologna nel 1969.
Sono stato nei vari comitati comunali di assistenza. Era, per la befana ai poveri, comitato per l’associazione degli alloggi provinciale e comunale.
Comitato comunale e intercomunale per le elezioni e rappresentante di lista per tantissimi anni.
Sono stato per sei anni vice giudice conciliatore.
Sono stato eletto consigliere comunale nel 1961 fino al 1987. nelle elezioni del 1970 fui votato per primo della lista del P.C.I.
Nel 1975-80 ho fatto l’assessore ai lavori pubblici a Firenze; poi, levati i lavori pubblici, mi assegnarono il turismo e lo sport.
La descrizione di questi 5 anni sarebbe una bella pagina di esperienza politica e istituzionale.
Ho avuto un’istruzione elementare (V elementare) anche se in certi periodi che andavo a scuola ho dovuto lavorare. Sono arrivato all’età di 24 anni e non avevo letto nemmeno un libro o un giornale.
Cominciai con l’Unità che in quel tempo riportava a puntate la Madre, credo di Borghi.
Lessi anche Gramsci, quando diceva che per combattere per la nostra causa c’era bisogno di tutta la nostra intelligenza. Istruirsi, istruirsi ancora.
Ho fatto il diffusore dell’Unità di cui ero il responsabile e il coordinatore prima nelle strade, rincorsi quasi sempre dalla polizia; e poi nelle case.
Sommariamente ti voglio descrivere il sacrificio che ci è voluto per portare avanti questo lavoro perché per un lungo periodo i giornali arrivavano alla stazione, poi fortunatamente da …
La ricerca dei compagni che dovevano diffonderla .. riscossione da giornale.
Anche per questo ti voglio raccontare un fatto. L’Amministrazione del giornale ha sempre fatto acqua (o in rosso) e un anno, non mi ricordo quale, il coordinatore regionale del giornale mi disse se volevo fare 12 cambiali per 57.000 lire mensili che corrispondevano a 180 copie settimanali la domenica.
Io ho accettato.
Ti ho detto sommariamente perché la diffusione di questi giornali sarebbe troppo lunga.
Ho avuto anche dei …, in Russia nell’agosto del 1961 per 15 giorni, qui alla … perché pativo di una dilatazione dei tendini alle mani. Sono stato ricoverato al CTO di Firenze in treno. Avevo in tasca 15.000 lire.
E la seconda volta avendo diffuso non ricordo quante Unità e Rinascita in Russia in aereo nel 1968 interrotti dai famosi fatti di Praga; e anche questa è un’altra storia.
Dopo essere disarcionato nel 1970 da segretario di sezione, anche per l’Unità fui rimpiazzato fino alla fine degli anni 70; poi il lavoro dell’Unità ricambiò come semplice diffusore e poi cascai nella rete e ricominciai ad avere tutte le responsabilità che avevo avuto prima.
Duro il lavoro anche perché cominciarono ad arrivare i libri che per uno come me che andava in bicicletta alla fine mi stancavo molto e tante volte la domenica pomeriggio andavo a letto.
Nei primi anni 50 per diversi anni insieme all’Unità si portava il …., Noi Donne, Rinascita.
Ti racconto una mattinata che è durata tanto tempo. Alle otto andavo alla stazione a prendere i pacchi; li portavo al circolo mentre aspettavo i compagni facevo le pulizie del circolo, poi partivo per fare i giri delle case in bicicletta e la sporta con i giornali; finivo alle 12.
Alcuni appuntamenti importanti, per finire.
1950: delegazione di pesciatini comunisti al trasporto di sei operai … ad una manifestazione sinadacale a Modena.
Togliatti … il dolore di tutti quanti, l’agro sapore delle vostre lacrime.
Piano per il lavoro a Milano al teatro … . non permettevano mai che i lavoratori italiani diventassero come una massa di camerieri.
Appello di Stoccolma per la pace.
Callodi in una riunione per illustrare l’importanza della firma per l’appello; fui interrotto e invitato dai carabinieri a smettere, la riunione era la chiuso in una stanza.
Convocato in caserma dai carabinieri e sottoposto ad un interrogatorio di terzo grado da un maresciallo dell’Arma.
Negli anni 50 trasporto del compagno Elio …, reduce dell’Abissinia (dalla parte degli abissini) dalla Spagna e partigiano combattente in Italia a Livorno. Grande commozione.
1964: trasporto a Roma per la morte di Togliatti.
1983: trasporto a Roma per la morte di Berlinguer.



Queste sono le cose che ti volevo dire anche se l’ho fatto in modo confusionale perché credo che per avere una descrizione più precisa, queste attività dovevano avere un’illustrazione più capillare e politicizzata. Si poteva avere allora una testimonianza cinquantennale sulla storia politico-sindacale di questi anni del dopo guerra e insieme ad altre testimonianze di compagni e non si potrebbe scrivere una pagina di storia della nostra Pescia e anche di quella italiana.
Sono stato anche nella commissione della Pubblica Assistenza e alla Coop di Pescia.

Ivo Papini

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